Uniformamento mentale

tac celebrale Vi è mai capitato, dopo tanto tempo che frequentate un ambiente, una compagnia, una persona, di avere la sensazione di essere imprigionati in uno spazio « chiuso » e da esso contaminato in tutti i propri pensieri ? Dove pensate ancora di avere delle idee originali e pensieri innovativi ma in realtà avete smesso di produrli da tempo ?

Ve ne accorgete quando, notate che, chi viene da « fuori », vede le vostre stesse cose in un altro modo, con una mente molto più aperta e libera. Libera da vincoli e da paure perché liberi di pensare, con semplicità, senza colorazioni, senza contaminazioni.

E da questa obiettività spontanea, nascono trovate allo stesso tempo semplici e geniali agli occhi di chi si ritrova con un cervello « lessato » dalla routine.

E allora la mia domanda è: io che sono qua dentro con un encefalogramma piatto, sarò in grado di guardare e – soprattutto – vedere lì fuori ? Ma perché, c’è ancora vita lì fuori…? Ma esiste, un lì fuori ?

Probabilmente, per chi lo sa vedere, sì. Il mondo non è tutto qua.

Se qualcuno ha capito qualcosa di questa mia introspezione… mi faccia un fischio. Devo smetterla di scrivere con la musica a palla, in cuffia e andare a dormire. Però, queste cuffie sono davvero ottime.

PS: quel belinone di Patrick patrick si è ripresa una moto… era meglio se si trovava una donna, invece di ravattare in giro 🙂

11 réflexions sur « Uniformamento mentale »

  1. Vada per i tempi DIVERSI dei verbi… (sapevamo – piega) ma anche la « h » a « piega », non ce la faccio.

    L’allievo si impegna ma i risultati sono scarsi…

    Grazie cmq.

  2. ohhhh ricchioni sto cavolo che la piega mi frega!!!!!il bonelli, al contrario di voi checchine che andate a correre in passeggiata, la moto la sà portare!!!finocchi va!!

  3. ps. davide fatti meno canne….fidati!!mi sa che ti fanno male!!eh eh

  4. Obiettivamente gli interventi di Patrik sono troppo « scurrili »…stiamo rasentando il « machismo » da palestra!! Ma siamo sicuri che sia così maschio uno che si sostiene tra thaiboxe e motociclette …forse perchè le uniche coscie che tocca sono quelle del pollo!
    Stiamo prendendo una brutta piega…dove sono finiti gli uomini che si facevano le canne, al mare, suonando una chitarra magari.
    Punto di vista femminile 🙂

  5. eh eh!!hai ragione babydoll, questi maschiacci che vivono tra palestre e motociclette…brrrrrr…!!che si misurano con gli altri solo attraverso la violenza e la velocità!!eh eh!ci voleva il bonelli x vivacizzare il forum…peccato solo che sei una della « compagnia » e qndi non vale!!primo xchè se non sapresti che vendo polli eppoi xchè chi cavolo se lo legge un blog scritto da uno che corre in passeggiata con i pantaloncini da gay???!!!!eh eh!!vado a farmi una doccia… anche se il maschio vero deve puzzare, x sta sera faccio un’eccezione!!

  6. ..ma dai patrik come sei mordente..Babydoll voleva solo provocarti..eh eh ci è riuscita benissimo!! Già ti adoro!

  7. Hehehe David!! Ho ben presente a cosa alludi con questa storia dell’uniformamento aziendale, ops, mentale. Il lapsus mi è dato proprio dal motivo che passando 10 ore al giorno al lavoro, come dici te, il trend dell’encefalogramma tende al piatto. Con i colleghi ci capiamo senza parlarci, basta uno sguardo, ma a volte anche solamente i campi elettrici emessi dai nostri corpi e ci capiamo, ma come dici te, quando assumono qualcuno di nuovo, all’inizio è tanto bello, quanto un piccolo disastro…
    Questo è il prezzo della libertà, per essere liberi serve un’autonomia economica e per l’autonomia economica serve un lavoro, ed ecco che ti friggi il cervello! Bella fregatura eh!

  8. Basterebbe nascere già ricchi sfondati e tutto sarebbe più facile ?

    Subito potrei dire che è così. Ma guardandomi in giro, vedo che chi nasce già nella bambagia non ha motivo di spremersi le meningi per campare. E dopo un pò il cervello si atrofizza.

    Chi parte dal basso e sfruttando le proprie qualità « si eleva » ad un rango superiore, invece, è da ammirare. Una volta si diceva: « quell’uomo si è fatto da solo… » oggi sempre più difficile.

    La verità sta sempre in mezzo.

    Come il cervello fra le orecchie: proviamo a tenerlo acceso !

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